L’industria aeronautica in Italia

L’industria aerospaziale riveste carattere strategico nelle economie avanzate, in quanto generatrice di ricchezza e di alte tecnologie e poiché costituisce un settore chiave in termini di equilibri politico-istituzionali nelle diverse aree del pianeta, con una connotazione ormai sovranazionale.

La storia moderna dell’industria aerospaziale prende avvio nel 1903 quando i fratelli Wright costruirono il “Flyer”, ovvero la prima macchina volante a motore al mondo, evento che diede il via ad una nuova era tecnologica.

La fase pionieristica interessò direttamente l’Italia che conobbe una fase importante di passione hobbistica e di conversione industriale, allorché alcune società, come la Pirelli e la Gavazzi, già presenti nel settore dei materiali per aerostati e dirigibili, iniziarono a differenziare la produzione nella direzione dei componenti aeronautici per strutture semirigide.

In breve tempo si affermò una visione decisa delle grandi potenzialità dell’aviazione nel campo del trasporto passeggeri, che passò da uno stadio di culto da parte di eccentrici inventori-piloti al delinearsi di opportunità in campo industriale e commerciale.

Un contributo allo sviluppo del tessuto industriale venne apportato dalle manifestazioni fieristiche, in particolare l’Esposizione dell’Aviazione Italiana tenutasi a Milano nel 19091, in cui fecero la loro comparsa i primi propulsori realizzati da case automobilistiche come Fiat ed Isotta Fraschini.

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Le esperienze industriali si moltiplicarono, in un contesto molto frammentato in cui spiccano i casi della Miller di Torino, prima azienda a proporre monoplani completi da 35-40 HP, o della Caproni & C. di Vizzola Ticino, costruttrice dei primi biplani, anche se l’impulso ad una nuova fase, più intensa ed ordinata venne dalle esperienze belliche.

Dapprima la guerra Italo-Turca del 1911 e poi la Grande Guerra, dettarono i tempi per la costituzione del Nucleo Aviazione del Regio Esercito e quindi per una attività industriale chiamata a fornire la necessaria dotazione di velivoli per l’addestramento così come per le operazioni militari.

Nell’intervallo tra i due conflitti mondiali si delinearono alcune delle iniziative imprenditoriali destinate al maggior successso per il carattere maggiormente industriale, come la Società Anonima Nieuport-Macchi di Varese e la Società Idrovolanti Alta Italia (S.I.A.I.). Quest’ultima, costituita il 12 agosto 1915, era inizialmente dedicata alla riparazione di autocarri Fiat ed alla costruzione di motoscafi e cabinati per il trasporto passeggeri ed a lavori di falegnameria, con uno dei due stabilimenti storici proprio nella sede attuale di MAG a Borgomanero.

La seconda guerra mondiale rappresentò in qualche modo uno spartiacque tra forme di eccellenza, difficoltà ad ottenere mezzi aerei efficienti e dai molteplici impieghi operativi, sviluppo delle ommesse militari, imprese esemplari e crisi del dopo guerra che mise in evidenza la fragilità “dell’epopea aeronautica di regime in grado di affascinare gli italiani per un ventennio”. Malgrado le basi industriali e tecnologiche fossero state create, la riconversione a prodotti civili dell’industria aeronautica italiana, imposta nel dopoguerra dai trattati di pace, ha generato un ritardo rispetto alle nazioni vincitrici, Stati Uniti in testa, recuperato con molta fatica nei decenni successivi.


  1. Alcune notazioni sono attinte dalla Tesi di Laurea elaborata da Marco Giacometti, “Storia dell’Industria Aeronautica Piemontese e Lombarda”, Rel. Prof. Stefano Musso, Università degli Studi di Torino, dipartimento di Culture, Politica e Società.